I due uomini incaricati del trasporto, dipendenti di una ditta lituana, sono stati fermati proprio mentre si apprestavano a partire, sottoposti a fermo di indiziato di delitto per ricettazione, nel pomeriggio di giovedì 7 marzo.

L’operazione condotta dagli agenti del commissariato di Sesto, sotto la guida di Anna Bruno, ha rivelato anomalie significative: la Ferrari condivideva numero di telaio e targhe con un’altra fuoriserie, esponendo un chiaro caso di clonazione. Documenti contraffatti e certificati di compravendita falsificati hanno aggiunto dettagli all’indagine, rivelando un timbro di un’agenzia inesistente di Napoli e un foglio rubato alla Motorizzazione civile di Livorno nel 2016.

Sorprendentemente, la Ferrari è stata trovata non lontano da un concessionario di auto di lusso, dove un veicolo identico era in vendita con gli stessi identificativi della “rossa” sequestrata. Questo dettaglio insinua l’ipotesi di una supercar rubata e modificata per essere rivenduta all’estero a un prezzo significativamente inferiore al suo valore di mercato.

I due uomini fermati hanno dichiarato di dover consegnare l’auto a un cliente tedesco, che l’avrebbe acquistata per 90mila euro, una somma nettamente inferiore al suo valore reale, suggerendo la complicità in una rete più ampia di traffico illecito di veicoli di pregio.

Le indagini, ora in mano alla procura, mirano a chiarire le origini dell’auto e il percorso che l’ha portata alle porte di Milano. Analisi tecniche sulla centralina del motore saranno decisive per svelare il vero numero di telaio e, si spera, identificare il legittimo proprietario. Un caso emblematico che getta luce sul mondo oscuro del traffico illecito di veicoli di lusso, con Milano al centro di un’intricata rete di criminalità organizzata che opera ben oltre i confini nazionali.

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