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Le licei di Milano sono diventate teatro di occupazioni studentesche che si susseguono in una sorta di “staffetta” di protesta.

L’ultimo episodio ha visto coinvolti il liceo scientifico Bottoni e il liceo classico Manzoni, trasformando le occupazioni in manifestazioni di dissenso che vanno oltre il semplice gesto simbolico. Queste azioni riflettono un malessere diffuso tra gli studenti, che si sentono costretti a ricorrere a misure drastiche per attirare l’attenzione su questioni importanti come il diritto allo studio, l’educazione sessuale, il benessere psicologico, le politiche governative e la situazione internazionale, in particolare il conflitto israelo-palestinese.
La preside del liceo Bottoni, Giovanna Mezzatesta, esprime preoccupazione per la sicurezza degli studenti più che per l’atto di occupazione in sé, evidenziando come l’obiettivo degli studenti non sia l’opposizione alla direzione ma la volontà di portare all’attenzione pubblica un profondo senso di malessere. Gli studenti hanno organizzato controlli interni ed esterni per prevenire l’ingresso di intrusi, dimostrando un livello di organizzazione e responsabilità nel gestire l’occupazione.
Le motivazioni dietro queste occupazioni sono complesse e articolate, riflettendo una generazione di studenti che cerca di confrontarsi con tematiche globali e politiche educative percepite come limitative o repressive. L’occupazione, quindi, diventa un mezzo per esprimere dissenso e sollecitare un dialogo costruttivo su questioni che riguardano direttamente il loro futuro e quello della società in cui vivono.
Questi eventi evidenziano la necessità di un ascolto attivo da parte delle istituzioni scolastiche e del governo, affinché le preoccupazioni degli studenti possano trovare risposte concrete e non vengano ridotte a semplici atti di ribellione. La sfida è quella di trasformare queste manifestazioni in opportunità di dialogo e crescita collettiva, affrontando le radici del malessere giovanile in un contesto di partecipazione attiva e inclusiva.

stefanodemartino@gmail.com'

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