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A volte ritornano. E meno male. Il concerto di ieri sera della Filarmonica della Scala diretto, quasi a sorpresa da Daniel Barenboim, è stato un regalo per il pubblico, per l’orchestra e anche per il maestro, tornato dopo una serie di appuntamenti cancellati per motivi di salute, che lo hanno anche costretto a lasciare la guida della Staatsoper di Berlino il 31 gennaio dopo 31 anni. L’ultima volta a Milano si era esibito il 4 novembre 2021. Avrebbe dovuto dirigere la Staatskapelle di Berlino che per qualche positivo al Covid in orchestra non poté suonare. Così per salvare il concerto Barenboim tenne un recital pianistico con le ultime tre sonate di Beethoven.
Anche questa volta Barenboim è arrivato per salvare un concerto sostituendo un altro Daniel, Harding, che ha dato forfait per motivi di famiglia. E quindi, facendo un paragone calcistico, per il pubblico è stato come aver preso i biglietti per vedere giocare Beckham e doversi ‘accontentare’ di Maradona. Un Maradona salito sul podio anche grazie a una buona dose di forza di volontà per dirigere con gesti accennati ma chiarissimi come sempre senza spartito.
Alla Scala Barenboim è stato direttore musicale fino alla fine del 2014, della Filarmonica è socio onorario e il legame profondo fra il maestro e i musicisti è stato chiaro nell’esecuzione delle sinfonie scritte in meno di due mesi da Mozart fra giugno e agosto 1788: la 39, 40 (forse la più famosa in assoluto) e 41 Jupiter. Tempi lenti e forse per questo più coinvolgenti, anche commoventi come l’abbraccio alla fine con il primo violino Francesco Manara e i sei minuti di applausi con standing ovation del pubblico.
Replica questa sera e il 18 febbraio, quando il concerto sarà trasmesso anche in diretta streaming su lascala.tv, la piattaforma on demand appena inaugurata dal teatro. Poi Baremboim lascerà Milano. Ma “me ne vado solo per tornare” ha promesso ai microfoni del TgR Lombardia.

ANSA


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