In bici, a piedi, persino sui pattini: oggi a Milano si sono trovati in tanti – 3000 secondo gli organizzatori – per dire a gran voce “basta Morti sulle strade”. Per farlo hanno scelto un luogo simbolico, Piazzale Loreto, dove lo scorso mercoledì una ciclista di 38 anni Veronica D’Incà, è stata travolta e uccisa da un camion. Il suo nome e quelli di altre 14 vittime della strada, insieme alle loro storie, sono stati letti a turno dai manifestanti, alcuni dei quali si sono sdraiati a terra. Molte anche le biciclette lasciate sull’asfalto, come monito e ricordo di tutte le vittime della strada, non solo ciclisti ma anche pedoni e automobilisti. “Questo è un momento necessario per ricordare Veronica e tutte le persone che hanno perso la vita in strada e chiedere a gran voce – ha detto l’attivista Tommaso Goisis – al comune di Milano di mettere in atto ogni azione possibile affinché tragedie come quella di mercoledì scorso non accadono più.
Conosciamo fin troppo bene le ragioni per cui succedono questi incidenti: non si muore per la bici, per l’assenza del casco o delle luci o per le piste ciclabili, si muore perché investiti da mezzi pesanti e automobili. Ma le strade possono essere rese sicure già oggi intervenendo sulle cause: le nostre sono richieste, non proposte, al sindaco Sala e all’assessore Censi da cui purtroppo in questi giorni non abbiamo sentito le parole che avremmo voluto udire”. Al Comune di Milano, in particolare, gli attivisti della mobilità dolce chiedono di avere una città a 30 km all’ora, di limitare l’accesso dei mezzi pesanti solo in alcuni orari della giornata come – hanno spiegato – già accade in città come Londra e pedonalizzare le strade davanti alle scuole.
ANSA
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