Per la prima volta dal 1938 lascia temporaneamente le sale del Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona, dove è custodito dal 1842, per arrivare a Milano dove tutti potranno ammirarlo. Il lampadario etrusco di Cortona sarà esposto dal 14 dicembre fino al 5 marzo del 2023 alla Fondazione Luigi Rovati, con le sue 16 braccia di bronzo fuso con ritocchi e applicazioni a freddo. Il manufatto viene fatto risalire dagli studiosi al IV secolo a.C. e serviva probabilmente a illuminare un santuario o un ambiente sacro.
Il lampadario è stato rinvenuto casualmente nel 1840 nella campagna cortonese in un possedimento privato appartenente ad una delle maggiori casate della nobiltà cittadina e venne acquistato dall’Accademia Etrusca allo scopo di inserirlo nella collezione. La faccia inferiore è decorata con scene figurate e motivi fitomorfi e al centro campeggia un gorgoneion dal volto incorniciato da riccioli e una grande bocca con canini ai lati della lingua pendente. Il gorgoneion è contornato da piccoli serpenti aggrovigliati, realizzati a mano. Sui bordi si alternano i rilievi di piccoli volti di Acheloo e i 16 beccucci dove avveniva la combustione dell’olio lampante, grazie ad appositi stoppini. Questo lampadario “è un capolavoro incredibile, uno dei dieci al mondo più importanti dell’arte etrusca – ha osservato Giovanna Forlanelli, presidente della Fondazione Luigi Rovati -.
Noi come Fondazione vogliamo essere anche veicolo per le città che hanno reperti etruschi e per le loro bellezze perché tutti possano conoscerle. La prossima settimana questo lampadario dialogherà con un altro capolavoro che arriverà da Atene, la Stele di Lemno”.
Il lampadario etrusco ha lasciato Cortona solo una volta in passato, per la “Mostra autarchica del Minerale italiano” organizzata a Roma al Circo Massimo fra il novembre 1938 e il maggio 1939. “La presenza, se pure temporanea, del lampadario di Cortona nella collezione di un grande mecenate contemporaneo – ha concluso Paolo Bruschetti, vice lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona -, diventa portavoce di una unità di intenti e di una sorta di gemellaggio culturale fra due istituzioni e due città solo apparentemente molto lontane e diverse fra loro”.
ANSA
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